domenica 20 settembre 2015

Un pancake frizzante?


Rieccomi a breve distanza con una ricetta che potrebbe essere la sorella di quella precedente :)
Non a caso l'ispirazione nasce sempre da Bowl of Delicious, di cui apprezzo tantissimo l'uso di ingredienti non raffinati, farine integrali, frutta e verdura... insomma, le mie stesse ossessioni!
In particolare, a me piace un sacco il sapore della banana matura (cerco di averne sempre qualcuna nel portafrutta e aspetto impaziente che cominci a fare le macchioline :P), che secondo me si esalta nei dolci e diventa uno zucchero naturale gratificante come pochi altri.
E cosa dire dei semi di chia? Oltre a contenere acidi grassi essenziali (come Omega3 e Omega6), regalano una piacevole sensazione al morso, quasi "frizzante": una colazione scoppiettante per una giornata che inizia molto ma molto meglio.
Unica nota dolente: non sono capace di friggere più di un pancake per volta (senza rischio di bruciare tutto o fare pasticci), quindi in tutto ci vuole un'oretta e mezza prima di arrivare ma mettere queste delizie tra i denti... ma state certi che la pazienza sarà ripagata!
Vi state chiedendo che cosa sia quella salsina che cola golosamente dal pancake? Nient'altro che puro, semplice e ghiottissimo miele d'arancio biologico Rigoni di Asiago, cremosissimo e attento alla salute: secondo me l'abbinamento perfetto.
Aspetto i vostri commenti. :9

mercoledì 9 settembre 2015

Un morso che mi fa star bene


È talmente tanto tempo che non aggiorno il blog, che non mi ricordo nemmeno più come si fa! Ma spero di recuperare velocemente, dato che in questi giorni sono letteralmente travolta dal desiderio di cucinare, cucinare, cucinare senza sosta. È come se le ricette mi chiamassero e io non riesco a resistere al loro canto da sirene. Mi piace esplorare il web alla ricerca di nuovi stimoli, suggerimenti inaspettati, idee interessanti. Provare accostamenti diversi è una sfida sempre nuova e allettante.
Questi muffin arrivano da un blog davvero interessante, Bowl of Delicious, da cui sicuramente prenderò qualche altra ideuzza. La parte migliore è che sono del tutto assenti zuccheri e farine raffinati anzi, volendo lo zucchero si può addirittura omettere. Il risultato è dolce ma non troppo, aromatico e invitante, soffice come solo le migliori ricette sanno essere. Un pieno di ingredienti che fanno bene al corpo e al palato.
Le dosi sono espresse in cup, ma munendosi di un semplicissimo misurino (decisamente più pratico della caraffa graduata) si può fare senza problemi.
Penso proprio che a questo punto non vi resti che provare... e farmi sapere!

venerdì 12 settembre 2014

Il mio percorso verso la felicità


Questa è forse la prima volta che parlo veramente di verdure. In realtà nemmeno ne parlo, perché non si tratta della solita ricetta ma semplicemente di un piccolo sfogo che sentivo il bisogno di far uscire dalla mia testa con qualche parola vagante. Da un po' di tempo sto rimettendo in discussione moltissime cose e quello a cui per ora sono giunta è che il mio personale percorso verso la felicità ha una meta ben precisa: me stessa. Un obiettivo che sembra vicino ma che in realtà sento ancora lontanissimo.

Il primo passo è una rivisitazione del mio modo di vivere: mi stavo spegnendo man mano, lasciando che il mio corpo fosse via via assorbito dalla stoffa del divano, involucro vuoto e brutto di pensieri e svogliatezza: non è questo che voglio essere. Perciò piano piano cerco di ritornare al movimento, al benessere, ad un minimo di salutismo e attenzione al mio corpo che avevo abbandonato del tutto. E le mie verdure, le care verdure del nome di questo blog mi fanno compagnia. Perché non è necessario essere monotoni e tristi per mangiare in modo più sano: la mia ultima settimana è stata piena di colori e sapori, che so mi seguiranno mutando con me stagione dopo stagione.

Non so se tornerò tanto presto ad aggiornare il blog. So che in primavera ci sarò, ma completamente diversa.

Il menu nell'ordine:
1. insalata di pomodori e cetrioli, con feta
2. fagiolini al dente al basilico con mozzarella
3. pomodori datterino con tonno affumicato e lime
4. piattoni con ragù di tonno
5. cubetti di melanzane al forno
6. zucchine trifolate con aglio e basilico e fiocchi di latte

giovedì 17 luglio 2014

E riscoprirsi diversi

far breton aux pruneaux

Un giorno ti capita di fare qualcosa che vorrebbe essere un modo per mettersi in gioco e ti scopri diversa. Alla delusione iniziale per l'ipotetico insuccesso, subentra uno strano senso di consapevolezza di sé tutta nuova, che ti porta all'improvviso ad un nuovo livello. Non sono abbastanza esibizionista da mettere a nudo me stessa per due righe che durano un attimo. Non mi interessa. Il mio intimo, le cose che veramente mi rendono unica e diversa, che potrebbero essere il mio personalissimo titolo di copertina, rimane velato. E mi piace così.
Adoro Topolino e Paperinik per me è reale almeno quanto Piero Angela (per dirne uno a caso, dato che sto guardando Quark).
Sono capace del cinismo più becero e di fare ironia in un cimitero.
E anche qui, nonostante i miei forse due lettori, non mi sento di andare oltre. È pur sempre un luogo aperto e non entrerei mai nei dettagli. Non ce la faccio.

E riscoprirsi diversi.
Diversi da quando si è conosciuta un'amica, che poi si è persa. Anche l'amicizia può avere una fine, probabilmente. La tristezza è mitigata dal dato di fatto che la condivisione è finita, semplicemente non c'è più. Si prova e si sta a vedere cosa succede. Anche se questo significa stare a guardare quanto dolorosamente sia ormai tutto rinsecchito. Sono crepuscolare, ultimamente. Perché continuo a pormi delle domande e quelle volte che mi capita di trovare una risposta è quasi sempre la peggiore.
Chissà se passerà e come passerà o se rimarrò qui a sovrapporre strati di vuoti e pieni a delle fondamenta ormai traballanti.

Contrastiamo l'amarezza con un dolce, che racconta ancora una volta della Francia, che amo e che rimane un seducente posto dove vorrei stare per un po' lasciando che i miei pensieri si smarriscano per la campagna normanna. Semplice ed essenziale ma buonissimo e gratificante: Far Breton!

domenica 5 gennaio 2014

Pigrizia totale al gusto di limone: Lemon Meltaways!

Sono due giorni che vago svogliatamente per casa senza combinare nulla di nulla. Anche se nel mio nulla io ci infilo bucato a volontà, ristrutturazione estetica, ossibuchi per la cena di domani, lettura di un libro (per intero!) e un po' di shopping per la casa... oltre naturalmente a questi stuzzicanti biscotti, che nella loro disarmante semplicità ben si addicono al clima di pigrizia.
La ricetta viene da Martha Stewart, che io ho recentemente scoperto mentre cercavo una ricetta per i Gingerbreads da regalare a Natale (dopo diversi tentativi che non mi soddisfacevano). I miei omini di pan di zenzero (che spero posterò) mi hanno talmente soddisfatto da convincermi a provare qualcos'altro. I Lemon Meltaways non mi suonavano nuovi, ma non li avevo mai assaggiati anche se, non so come, riuscivo benissimo a immaginarne sia la consistenza che il sapore (un'ispirazione alla Ratatouille, insomma!).
E non mi sbagliavo! In bocca si sciolgono con un effetto simile ai nostri canestrelli ma il sapore, nonostante lo zucchero a velo che li avvolge (imprescindibile!) rimane aspro e pungente. Chissà come stanno con una confettura di fragole?
Per quanto mi riguarda, dopo questa prima volta vorrei provare a realizzarli anche con qualche altro agrume, magari arance o lime... vi terrò aggiornati!


giovedì 2 gennaio 2014

Salidou: il cibo degli dei

Salidou home made
Onore al merito al genio di chi, per primo, ha pensato di aggiungere il sale al dolce!
Probabilmente sarà stato uno di quei soliti errori fortunati, che fanno il progresso dell'umanità ;)
Comunque sia andata, sono contenta ad essere qui a godermi i capricci golosi del caso. Il Salidou, o Caramel au beurre salé, è una cremosa combinazione di zucchero, panna e burro salato, assaggiata per la prima volta in Normandia. Dopo aver rapidamente consumato il vasetto acquistato e non avendo in programma a breve ritorni nelle nordiche terre di Francia (purtroppo!), ho iniziato la mia personale ricerca della ricetta ideale di quello che era immediatamente diventato uno dei miei gusti preferiti.

Ma non avevo previsto il grande intoppo: il caramello, una vera magia di zucchero che io in quanto maga impacciata e inesperta non ero in grado di gestire. Tra pentole bruciate e zucchero sprecato a kili, mi sono sentita Topolino apprendista stregone in Fantasia! Nonostante video e consigli cercati su internet, il mio dispettoso caramello continuava a bruciarsi. Fino a quando, complice una settimana di ferie che mi aveva lasciato paciosa e rilassata, non mi sono messa pazientemente a riprovare, con la mia bella pentola in acciaio a fondo spesso più acqua e pennellino per pulire i bordi bruciati. E la magia si è compiuta!

Adesso finalmente posso preparare il mio Salidou ogni volta che voglio e la prossima volta ho intenzione di usarlo per farcire dei macaron (un'altra sfida e un altro grande amore).
Ma com'è che i francesi hanno inventato le delizie più seducenti del mondo?
Je vous aime, les Français!

P.S. Nonostante molte di queste cose le sapessi già e ciò non mi abbia assolutamente risparmiato dal replicare e replicare caramelli bruciati, queste sono le "regole d'oro" da sapere per affrontare il caramello:

  1. utilizzare una pentola in acciaio a fondo spesso (no all'antiaderente, che rischieremmo inutilmente di rovinare)
  2. mantenere la fiamma a potenza media
  3. distribuire lo zucchero a poco a poco e uniformemente, aggiungendone dell'altro man mano che lo vediamo sciogliersi
  4. non utilizzare strumenti di metallo per mescolare. C'è chi dice che sarebbe meglio non mescolare affatto, in base alla mia esperienza è utile girare un po' il caramello per miscelare lo zucchero sciolto a quello ancora in cristalli
  5. a volte qualche granello solitario rischia di bruciare: per evitarlo, si possono mantenere i bordi puliti con un pennello bagnato con poca acqua
  6. non distrarsi mai!
  7. ... incrociare le dita!

martedì 13 agosto 2013

La Pulmentaria: cronaca di un esperimento e di una cena bislacca

Qualche settimana fa ho finalmente avuto tra le mie mani l’arcifamoso Manuale di Nonna Papera, riedito dal Corriere della Sera sull’onda lunga di una preziosa iniziativa di Sabrine. Da bambina, avevo solamente avuto modo di vederlo a casa di mia cugina Barbara e preparare con lei una pasticciatissima torta di mele, dopo allora mai più. Eppure è sempre rimasto nei miei sogni segreti, insieme al Dolceforno e alla villa di Barbie! È vero, dopo Nonna Papera sono arrivati in successione il diario tri-ricetta della mamma, i ritagli di rivista, il web, i foodblog del cuore fino agli intoccabili Luca e Pierre (Montersino ed Hermé, ça va sans dire), però nessuna come lei sfornava insieme ai dolci una delicata atmosfera di casa, calda e famigliare. Non avete idea della mia delusione quando ho scoperto che non è consigliabile far raffreddare la torta sul davanzale, per evitare sbalzi termici! Ma io sono fermamente decisa a vivere il più possibile disneyanamente e, se rinuncio al davanzale con tanto di torta e orsi golosi, non posso evitare di lasciarmi tentare dal suddetto manuale alla sperimentazione di qualche ricetta.

Il nome: Pulmentaria. A quanto pare una delle focacce preferite di un certo John Chapman, detto Giovannino Semedimela. Più probabilmente un’invenzione di sana pianta delle autrici del libro, da Elisa Penna in giù, ispirato a un cibo latino. Non se ne trova traccia da nessun’altra parte. Persino Google rimane disorientato.

Il problema: nessuna foto, indicazioni approssimative, tanti dubbi e poche domande.

La soluzione: andare per tentativi.